Può un nuovo tipo di armamento rappresentare una buona notizia? Forse sì.
Per il lettore meno informato, conviene riepilogare le caratteristiche uniche di questo nuovo tipo di armamento.
Il missile “Oreshnik” (termine che in russo sembra significare “albero di nocciole” e al contempo sembra anche offrire radicate e simboliche suggestioni massoniche) è un missile capace di raggiungere, in pochi minuti, indisturbato e in un sol colpo, trentasei diversi obbiettivi sulla crosta terrestre.
Vi riesce perché è in grado di volare ipersonicamente – a una velocità di circa 10 volte superiore a quella del suono – perché la sua ogiva è capace di dividersi in sei, e ancora una volta, prima dell’impatto, ciascuna di queste sei sub-ogive è in grado a sua volta di dividersi in altre sei testate, per un totale – appunto – di trentasei “messaggi” distruttivi.
L’esistenza di tale armamento è conosciuta da molti anni e il suo primo utilizzo è stato ampiamente annunciato dal presidente Putin e ha comportato - il 21 novembre 2024 – la distruzione totale del complesso militare ucraino di Pivdenmash in località Dnipro.
Pur nell’orrore di un mondo che sembra voglia costringersi a intrattenersi nell’uso di armi sempre più complesse, io sono convinto che il debutto di tali missili sulla scena tecno-bellica del pianeta sia qualcosa da festeggiare.
Mi rendo conto che la temperatura mediatica è alta, e che a quelle altre testate distruttive - cosiddette giornalistiche – convenga cavalcare l’onda emotiva e divisiva delle loro partigianerie, eppure sono certo che nel bene e nel male, nell’immaginario collettivo, l’immagine del “fungo atomico” sarà positivamente sostituita da quella de “l’albero di nocciole”. E questa è appunto, teoricamente, la buona notizia.
Finalmente il mondo dispone di un’arma avanzata, matura, con un certo senso della misura, che per deterrere (o colpire) non deve necessariamente irradiare i territori e le sue popolazioni.
Finalmente la somma distruzione non è più necessariamente affidata a una reazione nucleare.
Noi comuni esseri umani siamo disposti a immaginare che la creazione di ordigni atomici fu originariamente dovuta all'esigenza di potenziare al massimo le esplosioni di bombe troppo ordinarie. La soluzione atomica fu dunque l'unica soluzione che a suo tempo consentì di disporre di un'arma per la quale bastava un unico bombardiere. Sì, noi comuni esseri umani possiamo capire il guadagno di una tale trovata. Ma ora è chiaro a tutti noi che qualunque arma atomica è semplicemente démodé.
Alla fine, diciamoci la verità, non è la paura di morire nel prossimo istante, bensì quella di sopravvivere in una civiltà ridotta a brandelli penzolanti e putrescenti.
L’incubo atomico (che si fonda principalmente sul terrore dell'irradiazione e della morte lenta) potrà finalmente disciogliersi in una tipo di preoccupazione molto più umana: quella di un banale impatto dal cielo.
Il primo missile Oreshnik del novembre 2024 non era infatti dotato di testate atomiche e tantomeno esplosive. Le trentasei testate che hanno tutte colpito, e a ripetizione, l’obbiettivo erano semplici testate di metallo inerte. Eppure – a detta di chi ha potuto testimoniare il prima e il dopo dell’evento – la distruzione sembra essere stata totale, di un perfezionismo inimmaginabile: l’intera area industriale rasa al suolo, incenerita, sbriciolata in polvere finissima.
Come è possibile ciò? Ciò è possibile grazie all’energia cinetica. Trentasei “meteoriti” che si abbattono tutti - verticalmente - sullo stesso obbiettivo a Mach 10+ possono ciò. Tunguska docet.
Ricapitolando ancora.
Il mondo ha visto il debutto di:
- Un’arma “simplex”, esprimibile per il momento storico corrente da un’unica direzione – e per il momento non intercettabile. Se altre armi superiori per intelligenza non vedono la luce o non vengono annunciate, i missili Oreshnik confermano la totale superiorità militare della Russia sullo scacchiere mondiale.
- Un’arma che per quanto temibilissima nasce e può operare “pulita”, senza cioè additivi esplosivi, chimici o nucleari.
- Un’arma che, a differenza delle bombe atomiche, può funzionare sia come deterrente ma può eventualmente anche essere impiegata, senza per forza causare cataclismi globali.
Vi siete mai posti la questione di quanto spreco di materiale e intelligenza rappresentino circa 12.000 bombe atomiche conservate nelle polveriere del mondo? Io mi sono sempre detto che un tale alto numero è la prova che la deterrenza atomica è presto diventata una fandonia. La sola America ne possiede oggi circa 3.000, di cui 96 stipate ad Aviano. La caratteristica di un vero deterrente è la sua singolarità…
Ecco che dal mio punto di vista, la Russia merita il premio Nobel per la messaggistica missilistica di pace. Perché a differenza dell’impero americano è riuscita a creare un nuovo genere di deterrenza, e soprattutto a dimostrarlo al mondo senza alcuna Hiroshima e Nagasaki a danno di civili.
Questa operazione russa è stata ed è magistrale, perché non solo essa si è dotata di un nuovo e potente "strumento comunicativo" ma costringe tutti gli altri attori a parlare una nuova lingua.