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La Censura ✖ della Formica 🐜
Mamma che paura!
2 Months ago
1 Min Media Credits: iStock 

Al fine di depurare la mia vita personale, con estrema determinazione, ho cominciato a sottoporre a implacabile censura, isolamento, eliminazione, qualunque informazione, argomento, messaggio, suggerimento, di indole e volontà chiaramente negative che dovesse giungere alla riva della mia "isola".
Ciò riguarda principalmente le piattaforme di uso comune oggi disponibili a noi tutti. Dopo anni di tira e molla, dovuti a una mia ormai ingiustificabile e vana curiosità intellettuale, da alcune piattaforme - quelle più velenose - è in corso la mia ritirata strategica. Non ha più senso interrogarmi sui loro funzionamenti o indagare le loro strategie. Ormai è tutto chiaro.

Da altre piattaforme, quelle nelle quali sembra ancora possibile - seppur entro certi limiti - governare la "bolla filtro dei loro algoritmi" - o restare cosciente del funzionamento di questi ultimi - saranno abitualmente e perpetuamente puniti contenuti, autori, canali, feed, suggerimenti che più o meno chiaramente attentino al valore e alla integrità del mio tempo personale e alla qualità positiva del mio pensiero e delle mie visioni creative.

Come detto, questa politica vale per contenuti e personaggi che portino messaggi chiaramente negativi, deprimenti, attentatori della quiete, e non richiesti, ma ciò vale perfino per contenuti e personaggi gradevoli o graditi che però disgraziatamente - e magari senza colpa - non si trovino allineati con i miei obbiettivi correnti, privati o pubblici, più urgenti.

Quanto scrivo può sembrare banale a molti, ma sfido questi stessi molti ad aver il controllo che serve sugli impulsi passatici, secondo dopo secondo, dal Web, dalla TV, dalla stampa.

La mia censura è dunque una censura in entrata, non certo in uscita. Tutti hanno effettivamente il diritto di esprimere ciò che vogliono, dove e come vogliono. Ricordo solo a me stesso di preservare il diritto di proteggermi.

All'età di cinquant'anni il tempo ha infatti improvvisamente assunto un valore nuovo per me, ed è sconcertante rendersi conto - ai ritmi e con le possibilità del mondo nuovo - quanto danno possa annidarsi in una sola ora di esposizione a contenuti e informazioni remote che calano a valanga da ogni dove.

Questa determinazione non distingue tra vita reale e vita virtuale, sebbene il maggior rischio e danno provenga chiaramente dal Web.

In un certo senso e per quanto mi riguarda è finita la lunga era della mia divaricazione democratica e culturale, tipica della mia "rischiosa" giovinezza.

Ho raccolto sufficienti informazioni per chiarirmi che, sotto le mentite spoglie di un'umanità tutta eguale e fraterna, si celano almeno due razze, due popolazioni, due squadre e tribù: i pavidi e gli impavidi.

L'unica paura che da impavido mi concedo è quella dei pavidi.



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