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La maledizione della superficialità
1 Month ago

A ridosso del Più Grande Silenzio Radio - a breve da venire e che già riguarda la quasi totalità della popolazione mal-pensante e non più efficientemente comunicante - noto sempre più - assieme alla impossibilità di interessare, intavolare, dialogare, davvero condividere e tessere - la crescente difficoltà (o volontà) delle persone a immergersi nella profondità delle cose, degli argomenti, nelle numerose miniere del pensiero, oggi più che mai a disposizione di tutti.
È probabile che l'intelligenza umana stia già scontando una sorta di indigestione da informazioni, un deficit di eccitazione intellettuale, il blackout dei suoi circuiti elettrici fondamentali, a causa della sovraesposizione senza sosta e super-frequente di informazioni in ricezione, probabilmente a voltaggio troppo elevato.

È senz'altro sempre più arduo intercettare momenti di pausa sensata sui canali comunicativi principali, tali da perfino solo permettere di introdursi e introdurvisi.

Questa condizione triste comporta una prolungata passività, l'ascolto costretto e senza speranze di chiacchiericci e "rumore bianco" e porta evidentemente tutti, senza distinzione, a ridurre il contributo personale alla frequenza generale del mondo.

Da sempre, oro e perle si trovano nelle profondità della vita, in luoghi dove sono necessarie lunghe apnee e se possibile collaborazioni coordinate e.... continuative per trarre tesori di lunga durata. Ma sembra che tutto ciò oggi non possa più aversi - almeno con la stessa facilità e naturalezza di soli pochi anni fa.

Eppure non vi è mancanza di ricche miniere, di promettenti profondità.

L'uomo moderno sembra amare la solitudine, la superficie e la staticità.



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