Lo sciopero dei naviganti1 Month ago Media Credits: Benedek Csiszar Sono un tipo facile a eccitarsi. Ma nonostante si viva tutti in un contesto sociale iper-connesso, dove basterebbe un singolo argomento - casuale e minore, tratto dal quotidiano per, con esso, consolidarsi in gruppi di azione - è ormai da molto tempo che noto la mia incapacità di eccitare gli altri, oppure, l'incapacità degli altri di eccitarsi.
Sembra che tutto voglia - o debba - accadere in binari solitari e individuali, oppure - se azione di gruppo debba essere - che possa aversi in confraternite o corporazioni già mature, dove non ci sia bisogno di costruire nulla, ma dove sia accettabile il solo essere presenti o immatricolati, a tali confraternite saldamente ormeggiati.Non credo possa esistere un periodo storico più eccitante e offensivo per la mente di quello attuale, eppure nessun discorso, condiviso, sembra attecchire, sintonizzare due o più persone su un progetto che sia anche solo esplorativo; generare - in due o più persone - quella elettricità mentale capace di catalizzare una volontà esplorativa, costruttiva, migliorativa, di lungo corso e maggiore voltaggio.
Mi sembra quasi che: maggiore sia il potenziale di un discorso, minore debba oggi essere la reazione delle persone e la loro propensione a lasciarsi ingaggiare.
Siamo tutti diventati barche vuote ormeggiate a un molo dimenticato da Dio?
Da quando ondeggiare - solamente - ci basta?
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