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Includi e impera.
La diabolica inclusione dell'avversario. Perché c'è del vero nei sospetti di satanismo agli alti livelli.
3 Months ago

Ormai è chiaro che il mondo è nella antica morsa di una potente volontà impegnata a distruggere anche la civiltà degli inconsci, attraverso giochi di parole, giochi di prestigio semantico, come abbiamo visto, "giochi... anche olimpici".

Questa sottile ma diffusissima capacità di inquinare inconsci e civiltà esiste da quando esiste il linguaggio ed è annidatissima nel concetto stesso di "comunicazione".

"Con-munire" significa "legare insieme" e l'aggettivo greco "koinós" significa "comune, pubblico, di appartenenza dello Stato, del Governo".

"Legare insieme tutto ciò che è governabile (attraverso la comunicazione, la parola, il Logos - Dio o la sua silenziosa strategica assenza)" altro non è che un tipo di schiavismo, perpetrato - evidentemente - da un antico clero molto intelligente - ma non per questo autorevole ed eletto - che manovra da millenni le stringhe più fondamentali e sottili del teatro umano.


Chi presiede i giochi "olimpici" presiede da sempre, e oggi più che mai, giochi divini, giochi superiori, giochi inarrivabili, giochi che - se l'etimo non tradisce - sono "taglienti, distruttivi"; nei quali lo sport è certamente stata - anche anticamente - l'occasione più naturale e ghiotta per consacrare l'agone tra anime e corpi di giovinetti aitanti per nascita e crescita ma dall'intelletto semplice e malleabile.
Non può sorprendere, dunque, se lo spirito agonistico (quello buono, se mai lo sia stato) si sia lasciato inquinare nei secoli, perfino dal doping e oggi dall' inaccettabile martirio dei sessi.

Lo sport non è evidentemente il fuoco delle Olimpiadi. Quella fiaccola maledetta necessariamente simboleggia altro.

Ciò che crediamo, o crediamo di vedere, non è evidentemente ciò che è veramente. E non lo è da molto tempo.


Se lo sport fosse davvero importante sarebbe già incluso da millenni nel quotidiano di miliardi di persone, proprio come il linguaggio o altre tecnologie successive.

Non si può dire, infatti, che la capacità sportiva delle popolazioni - intesa come il loro naturale e diffuso fitness - non abbia avuto possibilità di diffondersi o... di preservarsi. Fino a 100 anni fa si era praticamente tutti costretti a essere dinamici, attivi, leggeri, scattanti. Lunghe camminate con molto carico, ripide scalate di collina, palazzi dai soffitti molto alti e senza ascensore, penuria o assenza di motori...

Ne deduco quindi che il concetto di sport è stato anch'esso agguantato, dirottato, riplasmato, probabilmente volutamente ingabbiato, con l'accoppiamento al concetto di "gioco", così ridotto a una burla, uno scherzo.

Penso ciò sin da bambino del "giuoco del calcio".

I Giochi Olimpici, in quanto massima espressione sportiva, non sono allora che la massima espressione di una burla distruttiva e autoritaria che utilizza gli atleti per sfiancare i popoli, e da Parigi ci hanno sputato in faccia questa nuova realtà delle cose.



Se una volta toccava solo agli atleti dividersi per cimentarsi, oggigiorno, con la comunicazione globale ai massimi livelli di pervasione e perversione, siamo tutti atleti mentali, chiamati anche in remoto a dividerci per combatterci, a quanto sembra, tra uomini e donne, credenti e non credenti, conservatori e progressisti.

La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi non ha ovviamente niente di sportivo, edificante, eccitante. Donne barbute, donne obese, drag queen, una specie di hacker che porta la fiaccola.

Capisco e condivido il popolo minuto del web che urla "Satanismo"!

In un mondo che richiede semplicemente cooperazione e armonia mi pongo fieramente con chiunque sia contro il concetto satanico di "avversario" e contro la diabolica "doppiezza" dei messaggi che ci vengono calati dall'alto, da eminenze oscure sempre più insistenti e minacciose.


L'antico adagio "Dividi et impera" sembra oggi essere "Includi prima e impera sempre, per naturale inarrestabile divisione".



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