Le immagini e - soprattutto - il sonoro del rally trumpiano a Butler, Pennsylvania, restituiscono una innegabile e cristallina verità meta-politica.
Quel proiettile ha creato lo spazio per farci ascoltare parole di assoluta sincerità, come non se ne sentono mai in politica, soprattutto quella dei massimi livelli, perché pochissimi politici hanno la fortuna di pronunciare discorsi pubblici, e in diretta, in punto di morte; e non morire.
Quando si è rialzato, circondato dagli agenti di sicurezza, e per procedura veniva portato di peso - ma goffamente - verso l'automobile, ha detto:
- Lasciatemi rimettere le scarpe.
Comprensibile. Ma non glielo si sarebbe dovuto concedere.
Dopo neanche mezzo metro, ancora sul palco e sempre circondato da agenti di peccaminosa sicurezza, si è ricavato uno spazio per poter guardare alla folla davanti a lui e dire, alzando il pugno:
- Combattete, combattete, combattete.
Tale messaggio - nella innegabile sincera estemporaneità del momento critico e topico - si rivela assolutamente fedele al suo slogan politico ufficiale:
"Non ce l'hanno con me. Ce l'hanno con voi. Per loro io sono solo un ingombro."
A molti Donald Trump continuerà a non piacere e molti non lo vorranno una seconda volta come presidente degli Stati Uniti, ma dubbi sul candore della sua carica politica e sulla naturale energia della sua carica presidenziale non ce ne sono più.
Lo scintillìo del vero ha balenato, aprendo un tanto atteso interstizio dal quale è possibile rivedere il barlume della realtà.