Non è questione di fazione, di partigianeria o tifo.
L'Occidente si è impegnato senza alcun consenso popolare in inutili e pericolosi "War Games".
Non ci è possibile esprimere un'opinione conclusiva su ciò che sta succedendo. Ci hanno infatti incanalato contro la nostra volontà in un percorso storico tortuoso e incompleto, il cui finale romanzato e ripulito sarà edito chissà quando e da chi.
E non è neanche elegante affrontare le questioni cavalcando le evidenze più irritanti e comunicabili, cedendo alle più basse tentazioni, come quella di infierire sulla "improvvisa" demenza di Biden (uomo anziano) o sulla rinomata vacuità di Zelenskyy (pupo vacuo).
Il problema di fondo è che migliaia di anime fraterne sono state fisicamente mandate al macello, e le nostre anime, sempre fraterne ma più silenti, anche sono - immoralmente e quotidianamente - convogliate al macero interiore. Tutto sempre col nostro silenzio assenso.
E no, i nostri nemici - se tali sono e se esistono davvero - non ci devono interessare. Criticarli, provocarli o arrestarli non ha senso, se ciò che davvero minaccia la nostra stessa pace è... cosa nostra, in casa nostra.
Nel momento in cui si volge attenzione critica all'altro - quello lontano - ci si mette infatti una divisa addosso. E sarà molto difficile togliersela. Io resto civile, in tutti i sensi, e la prima inciviltà che mi riguarda e che desidero combattere è quella di casa mia.
Le immagini patinate di assassini familiari e sorridenti, che uccidono a nostro nome, sono come pallottole. Se dopo aver visto in faccia i nostri assassini restiamo nel silenzio, beh questa è la prova che siamo stati "attinti" da qualcosa di molto acuminato.
La guerra moderna uccide molte cose e in molti modi, anche dove ci si crede al sicuro.