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Emozioni. La valuta inesauribile?
4 Months ago
3 Min Media Credits: Luca Upper 

Richiama alla memoria un evento della tua vita, recente o remoto che sia.

Questo è un punto cruciale.

Determina se si tratta di un evento che è stato da te consciamente desiderato - e si è naturalmente realizzato - oppure se si è abbattuto nella tua vita senza alcuna particolare… autorizzazione.

Qualunque sia la loro magnitudine, gli eventi della vita possono infatti essere divisi in due macro-categorie d'estremità.

- Eventi indesiderati, temuti o inattesi, comunque subìti.
- Eventi desiderati, attesi e dunque benvenuti.
A quale tra le due categorie appartenga un evento, a esso apponiamo necessariamente un "marker emotivo":

- negativo se l'evento è indesiderato;
- positivo, se l'evento ci risulta invece benvenuto.


Il momento in cui apponiamo a un evento il nostro marker emotivo (cioè quando proviamo un'emozione relativa all'evento stesso) è di capitale importanza, perché la tempistica di questa marcatura, per la sua natura appunto "emotiva", trascende la tempistica "motiva" degli eventi.

Se un evento è inatteso, indesiderato e ci coglie impreparati, il marker emotivo che vi assoceremo sarà di tipo reattivo, cioè una reazione emotiva interiore, che può spesso portare a un'azione (o re-azione esteriore) anch'essa emotiva.


Se un evento è invece immaginato, ponderato, coltivato, desiderato, il marker emotivo viene prodotto in anticipo, spesso giorni, mesi o anche anni prima che l'evento reale possa consolidarsi e raggiungerci dal futuro.

La costruzione mentale di un evento che desideriamo accada, comporta quindi una marchiatura emotiva preventiva.

In tal caso, seppur ancora virtuale, il marker emotivo coniato per un evento desiderabile e immaginato non sarà di tipo reattivo. Giacché l'evento e di là da venire, non avremo per esso una "re-azione" bensì una "tr-azione" di qualche tipo.

L'evento è infatti ancora incastonato nel futuro e da lì lo tiriamo a noi.


Utilizzando una metafora economica:

- gli eventi subìti comportano "un pagamento immediato in contanti emotivi - per oggetti non richiesti";
- gli eventi desiderati ci consentono invece di agire con molta più dimestichezza finanziaria, emettendo con scioltezza "assegni emotivi" per qualcosa che siamo disposti a pagare emotivamente oggi ma a ricevere in futuro.

In un certo senso, quindi, la valuta necessaria a corrispondere il prezzo della vita è sempre la stessa, e potrebbe essere innanzitutto puramente emotiva.


Possiamo quindi con semplicità affermare che la mancanza di piani, di sogni, o di capacità di immaginazione comporta quindi una tendenza all'avarizia emotiva, un conseguente accumulo di transazioni al negativo, un carico di spesa fuori controllo e votato alla perdita, condizione che facilmente comporta un accrescimento della propria avarizia emotiva.

Al contrario, la libertà di poter emettere valuta emotiva senza limiti, per eventi di là da venire, comporta transazioni positive, assimilabili a dei veri e propri investimenti: atteggiamento tipici di coloro che hanno tranquillità economica e di spirito.

Dunque, la domanda da porsi in tutta la propria più intima onestà è:

- Come siamo messi oggi in termini di disponibilità... emotiva?
- Come siamo messi oggi in termini di capacità... immaginativa?


La "Legge di attrazione" di cui spesso si sente parlare, oppure, la capacità di "manifestare" di cui anche molti parlano o hanno scritto, non è altro che la capacità di immaginare condizioni personali future e provare per esse - e in anticipo - emozioni, positive, cristalline e senza blocchi di sorta.

La vita è un fiume in piena e basta poco per distrarsi e lasciarsi portare dalla sua corrente - e credere che questa sia l'unica corrente possibile.

Idealmente, potendo fare di ogni marker emotivo una emozione positiva (per un evento futuro che ancora non ci ha raggiunti e che sia ben immaginato, chiaramente desiderato) è possibile diminuire il numero di "reazioni" a eventi non richiesti e subìti, e aumentare quello delle "trazioni" di eventi futuri e consciamente voluti.

I momenti improcrastinabili e numerosissimi nei quali apponiamo agli eventi della vita i nostri "marchi emotivi" sono forse l'unica vera occasione di equilibrio e controllo.

Reagire ai sassi della vita scagliatici nel presente (e pagarli amaramente), oppure trarre perle incastonate nel futuro (pagandole allegramente)?

Se risulta difficile credere che la semplice capacità di immaginare e provare emozioni possa davvero modificare la corrente rapida delle nostre vite, allora conviene ricordare che nei termini di "emozioni, reazioni e trazioni" risiede il termine "azione". E' cioè possibile che, consciamente o meno che sia, le "reazioni negative" a eventi subìti comportino principalmente azioni negative e poco ponderate, e viceversa, le "trazioni positive" per eventi desiderati ci portino a compiere azioni positive, desiderabili, diluibili in un tempo più esteso.

Siamo dunque disposti ad accettare l'idea che scoprirsi ricchi di immaginazione ed emotività possa essere ciò che ci rende capaci di precisamente comprare il futuro che vogliamo?


Se fosse davvero solo questa la valuta di riferimento che rende le persone libere, soddisfatte e felici?

Che sia davvero solo questa la valuta di riferimento che rende le persone libere, soddisfatte e felici?

Ne sono convinto. E' solo davvero questa la valuta di riferimento che rende le persone libere, soddisfatte e felici. La capacità di emozionarsi ed emozionare. motivarsi e motivare.

Le emozioni condizionano chiaramente passato, presente e futuro e noi stessi - nel passato, presente e futuro.



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