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L'incredibile storia di Alvaro Bufi
2 Years ago
5 Min Media Credits: Miriam Espacio  

Posso cominciare a raccontare la mia storia? - Certo, come preferisce. Ma non si dia fretta. Abbiamo tutto il tempo.

- Grazie, lo apprezzo molto. Dunque... Come tutte le estati ero con i miei amici qui, nel deserto del Sonora. Lo conosceva prima che venisse alla ribalta?

- Ne avevo solo sentito parlare, non ci ero mai stato.

- Beh, lo ha visto, non è un posto per tutti... Bisogna nascerci per rimanerci a vivere. E poi non è certo un luogo raccomandabile. Specialmente di notte.

- In effetti, ha qualcosa di sinistro, direi... Ma, continui pure.

- Ah sì. Come ogni estate, noi nativi del posto ci attardiamo, restiamo svegli spesso fino al mattino, per profittare del fresco della notte. Sa, durante il giorno non è proprio consigliabile dedicarsi ad alcuna attività. Allora si attende la notte per mangiucchiare qualcosa in compagnia o anche... Lo posso dire? Per darsi al sesso. Sì, trovare una femmina compiacente! L'estate favorisce l'inizio di nuove relazioni e per qualcuno più giovane, favorisce anche la creazione di una famiglia. Le notti estive sono una finestra d'opportunità...

- Alvaro, cosa è successo quella notte?

- Ecco, qui dovrò esprimermi come meglio posso ma è probabile che il mio racconto passi per la fantasia di un pazzo, non so...

- Si rilassi. Sono qui proprio per ascoltare il suo racconto e portarlo all'attenzione dei giusti.

- Beh, eravamo tutti accovacciati al suolo, nella totale oscurità, quando all'improvviso siamo stati investiti da alcuni fasci potentissimi di luce giallastra. Tutti sono scappati a raggiera, in preda al loro migliore istinto, io solo mi sono ritrovato come... paralizzato. Questi fasci di luce mi hanno accecato, accerchiato. Si era alzato un polverone e la terra ha tremato come fosse colpita da un terremoto.

- Dev'essere stata un'esperienza terribile.

- Questo è nulla a confronto con ciò che mi è capitato dopo... Una forza inconcepibile mi ha privato del mio peso, mi ha sollevato da terra a una velocità tale da annebbiarmi, da farmi quasi perdere coscienza.

- Ha perso conoscenza?

- Magari fosse successo. Ora certamente non ricorderei nulla di questa storia e per certi versi sarebbe molto meglio. Ma sa, non sono stato sollevato di molto, tuttavia l'accelerazione con la quale sono stato sollevato è stata inconcepibile per il mio corpo. Ricordo che la paura mi ha fatto... Beh, non so se posso scendere in particolari scabrosi, ma diciamo che ho fatto un bel bagno di sudore nervoso!

- Capisco. Ma non si senta in imbarazzo. Continui...

- Qualcosa mi teneva stretto, era per me impossibile divincolarmi. Mi dimenavo come un ossesso, ma sa, ero a mezz'aria e pur scalciando non potevo andare da nessuna parte. Poi nell'oscurità ho visto una specie di oggetto che era insieme opaco e trasparente, oscuro e luminoso, certamente minaccioso. A mano a mano che prendevo coscienza della situazione altri dettagli venivano a fuoco.

Il racconto si interrompe. Alvaro si prende un lungo momento di pausa, probabilmente per evitare di piangere. Gli do tutto il tempo che serve. Poi riprende a raccontare.

- Ho capito che ero nelle mani di un essere assurdamente enorme. E con lui ce n'erano altri tre nelle immediate vicinanze, ma io ero nelle mani del loro capo, se così posso dire. Gli altri mi sembravano come eccitati, lui invece era calmo, sicuro di sé, agiva con precisione, come se avesse compiuto questa stessa azione innumerevoli volte.

Alvaro ha ancora un momento di smarrimento. In realtà io conosco bene la storia, ne ho sentite a dozzine di simili, ma ascoltare la sua mi è molto utile e certamente raccontarla a me, per quanto doloroso, farà bene anche a lui. Gli chiedo se se la sente di continuare. Mi risponde di sì.

- Vede, è accaduto tutto molto velocemente. Sono stato sbattuto contro una superfice gelida, come fosse una lastra di acqua ghiacciata, e tutte le mie ghiandole esterne sono state schiacciate senza pietà. Dal mio corpo è zampillato fuori tutto il mio migliore umore verde, che si è come trasferito sulla superfice di questo... macchinario. Sono certo che sa cosa intendo.

- Beh, io non ho ghiandole esterne.

- Eppure a vederla, avrei giurato...

- No, sono di una specie diversa. Alvaro, ha provato dolore?

- No... Dolore fisico, non direi... Ma sono stato svuotato di me, completamente, tra le risate di questi esseri. Con gli occhi sgranati vedevo tutta la mia essenza di una vita, lì, fuori dal mio corpo, e non potevo capacitarmi di come una tale aberrazione potesse avere un qualche forte senso per questi esseri.

- Capisco... Ha mai pensato di aver preferito morire?

- Al momento sì, te lo auguri con tutte le forze. Oggi, no. Sono il sopravvissuto a qualcosa di fuori dal mondo... Nel deserto del Sonora sono diventato un caso: alcuni mi guardano con sospetto, altri mi rispettano più di prima. Altri non sanno nulla di me e ciò mi rende fiero e testardo della mia nuova missione: far sapere a tutti i rospi della mia specie che sì, è vero che si può improvvisamente esser rapiti nella notte, derubati del proprio umore vitale ed essere riportati a terra.

- Sì. Questo è il motivo che spinge me a indagare questi casi.

- Lo scriva. Lo scriva come dico io. Per qualche motivo la nostra specie è sotto le attenzioni di una specie superiore che si palesa e ci colpisce in modalità random. Forse noi rospi abbiamo qualcosa che loro non hanno, forse è qualcosa nel nostro umore che serve disperatamente a questa razza aliena.

- Si è fatto un'idea di cosa possa essere?

- Qualcuno pensa che questi alieni siano alla ricerca di 5-metossi-N, N-dimetiltriptamina, bufotenina, S-metossi-Nmetiltriptamina, serotonina e 5-idrossi-Nmetiltriptamina. Ma le pare possibile? Se sono così avanzati come possono mancare di sostanze così... mondane?

- E' un bell'arzigogolo... Occorre approfondire ma la comunità rospo-scientifica insiste nelle sue inaccettabili riserve anacronistiche e si rifiuta perfino di toccare l'argomento. Mi dica, ha un messaggio preciso per chi leggerà questo rospost su Toads.today?


- Sì! Se qualcuno vi racconta di essere stato rapito, munto e rilasciato, e tutto nel giro di pochi interminabili secondi, non è la bugia di un rospo che cerca notorietà. Queste cose capitano davvero.



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